Ero in disco, sabato notte, saranno state le 3 e mezza.Ballavo, mi divertivo, mi abbracciavo a lui.
Pista House.
Andiamo a bere qualcosa.
"Vodka Pesca Lemon".
"Cosmopolitan".
Metà uno, metà l'altro.
Ci spostiamo, divertentismo.
Ballo.
Salto.
Canto.
SURF IN U.S.A.!
Yeasz! Scateniamoci!
UNA ZEBRA A POIS!
...è una grande novità!! Lallalallalallalà!
VOLARE!
Oh-oh!! Cantaaaaaaaare! Oh-oh-oh-oh! Nel blu dipinto di blu! Felice di stare lassù!
DAMMI UNA LAMETTA CHE MI TAGLIO LE VENE!
...
DIVENTA BIECA QUESTA NOTTE DA FALENE!
...
PROMETTE BENE! SI, PROMETTE TANTO BENE..
Panico.
Tutti ballano.
Cosa cazzo ballano?
Cosa cazzo c'è da festeggiare?
Mi guardo il braccio.
Mi guardo le piccole cicatrici.
Guardo quelli intorno a me.
Mi si appannano gli occhi.
Mi gira la testa.
"Cos'hai?"
Niente, niente.
Il drink, tutto ok, ho bisogno d'aria.
"Ti accompagno?"
No, no vado sola..
"No, vengo."
Guarda fai che vuoi.
Mi accorgo di correre, mi fanno male i piedi, sto piangendo come una stupida, mi tolgo le scarpe.
Mi fermo vicino ad una doccia e ci passo sotto, per nascondere le lacrime con l'acqua.
Funziona.
Mi concentro, prendo fiato, metto la mia maschera.
Rido, rido alzando le mani al cielo.
Woooooooaaa!! Vieni! Vieni! Guarda che bello!
Mi raggiunge, mi abbraccia e si lascia trascinare dal mio entusiasmo.
Mi bacia.
Bagnati.
Fermi.
Immobili.
Vicini.
E distanti anni luce l'uno dall'altra.
E la colpa è tutta mia.
E del taglierino che ho nascosto sotto la scrivania dove lavoro.
E non basta tutto l'amore del mondo per pentirmi di tutto il male che faccio.
E non servono parole.
Parlano i fatti.
Le cicatrici.
E i digiuni.
E le abbuffate.
E le mie occhiaie.
Sono una sfera di cristallo,
e anche un soffio mi frantuma.